Da qualche giorno, dopo l'ennesimo servizio in tv, rifletto sul tema delle isole di plastica disperse negli oceani...
La zona più inquinata si trova tra Asia e America del Nord, nel Pacifico
ma numerose altre piattaforme galleggianti sono state avvistate in varie zone del pianeta e anche il "mare nostrum" non fa eccezione per la presenza sempre pù massiva di microplastiche che i pesci scambiano per plancton. Non so se si è capito ma la plastica è ufficialmente entrata nella catena alimentare ! Siamo già oltre ...
Nelle ultime settimane ci hanno informato che anche il lavaggio degli abiti, per lo più sintetici, mette in circolo micro fibre insolubili, non degradabili riconducibili a polimeri sintetici. Ma, mi chiedo, a cosa serve continuare ad avvertire, allarmare, proclamare nei titoli di testa dei telegiornali le nefaste conseguenze di un modo di vivere che la maggior parte di noi non si è scelto, senza avere alcuna pallida idea delle azioni da attuare, sostenibili, realizzabili, possibili per evitare o mitigare tutto questo ? C'è una chiara ipocrisia nel diffondere l'annuncio dell'apocalisse e poi fermarsi a questo. Nel frattempo infatti nei nostri supermercati nei banchi di frutta e verdura, nessuno si sogna di eliminare gli imballi di plastica quando se ne potrebbe fare benissimo a meno. Ma a che serve prendere due porri e legarli insieme con un nastro di pellicola trasparente quando potrebbero essere pesati uno ad uno ? Per cominciare, ciascuno di noi da oggi provi a non acquistare cibo in imballo di plastica. Rifiutiamoci !! Basta plastica abbinata al cibo!!
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